Vittorio Sgarbi:"Oggi la produzione di molti artisti contemporanei obbedisce indubbiamente a regole diverse rispetto al quella della ricerca del capolavoro… spesso aderisce a regole di tipo mercantile, e punta più alla quantità che alla qualità. Del resto, tra le regole tipiche del sistema contemporaneo c'è quella della riconoscibilità del "marchio" dell'artista, esattamente come avviene per altri prodotti di consumo: così, ad esempio, tu riconosci Burri per l'utilizzo dei sacchi, de Chirico perché riproduce manichini, Fontana per i tagli, e così via. La ripetizione di uno stesso modulo stilistico è allora perfettamente congeniale alla riconoscibilità dell'artista, e questo contrasta, evidentemente, sia con la nozione di "capolavoro", che è di per sé unico e irripetibile, sia con l'idea astratta di "bellezza", che in questo tipo di ragionamento non trova più posto."
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